Antichissimo paese della provincia di Messina, ventidue chiese, quattro musei, quattro biblioteche ed un tempio greco del IV secolo a.C. dedicato ad Ercole, riescono a suscitare un notevole interesse culturale e turistico.
Cenni Storici
San Marco D’Alunzio è soprattutto città d’arte, ricca di storia ed opere di inestimabile valore. La sua fondazione sarebbe da ascrivere al periodo compreso tra la fine dell’età del bronzo e l’inizio dell’età del ferro.
Nel IV sec. a.C. Alontion, già ellenizzata, emetteva monete in bronzo con l’iscrizione in caratteri greci e possedeva nuclei di milizia armata. L’Alontion greca, divenne Haluntium con i Romani e città decumana, costretta a pagare un tributo su frumento, orzo, olio e vino prodotti nel suo territorio.
All’epoca di Augusto, fu dotata di un acquedotto e di una cinta muraria in struttura isodoma a protezione della città alla quale si poteva accedere attraverso quattro porte urbiche.
Divenuta Demenna con i Bizantini, visse un periodo di splendore e prosperità, sia sotto il profilo culturale che religioso e pregevoli sono gli affreschi di notevole valore presenti nelle numerose Chiese sorte in questo periodo.
Gli Arabi, più volte fermati, riuscirono infine a conquistare Demenna costruendo una Moschea nei pressi della Matrice. Con gli Arabi, l’agricoltura ebbe un benefico influsso perché furono migliorati i sistemi di irrigazione, venne introdotta la coltura di gelso e cotone e furono incrementati i commerci.
Nel 1061 i Normanni occuparono il suo territorio ribattezzandolo San Marco e Roberto il Guiscardo vi fece costruire un grande castello ben difeso e fortificato ai piedi del quale si sviluppò l’abitato.
DA VISITARE
Le 22 chiese
Ruderi del Castello Normanno: fatto edificare da Roberto il Guiscardo a partire dal 1061 sui resti di un antico castello preesistente sulla cima del Monte Rotondo, in una posizione strategica che domina la Costa Tirrenica da Cefalù a Capo d’Orlando fino alle Isole Eolie. Ben difeso e fortificato, divenne residenza degli Altavilla, in particolare di Adelasia, madre e reggente di Ruggero II, come dimostrano ancora oggi numerose pergamene. Il recente restauro delle mura del castello, assieme al recupero della piazza e dei vicoli adiacenti, si sono imposti come meta obbligata per i turisti.
Porta di S. Antonio: presenta un arco a tutto sesto con conci laterali in marmo rosso San Marco, costituiva uno dei quattro accessi alla città medievale.
Il Tempio di Ercole: il tempio greco di Ercole fu edificato nel IV sec. a.C. e rappresenta un’immensa testimonianza dell’età classica, grazie al buono stato di conservazione. Utilizzato molto probabilmente per attività sportive collegate al culto di Ercole, era in stile dorico, a pianta rettangolare, con pronao sul fronte, struttura “in antis” e con muri laterali terminanti in due ante tra le quali si innalzavano due colonne. La sua costruzione, con struttura isodoma, è in conci rettangolari di pietra tufacea, un particolare tipo di travertino spugnoso estratto, probabilmente, da una cava presente nella valle del Rosmarino. All’inizio del 1600 il portale fu arricchito di fregi e decorazioni marmoree di gusto barocco; oggi esiste la cella, zona sacra riservata ai sacerdoti, posizionata originariamente all’interno di una vasta area sacrificale e trasformata dai normanni in Chiesa cristiana dedicata a San Marco Evangelista, che mantenne il ruolo di Matrice fino al secolo XVI. Il restauro del 1969 ha permesso a questo antico tempio dorico di continuare a vivere sfidando i secoli.
Le necropoli: risalgono al periodo compreso tra la fine del IV sec. a. C. e gli inizi del II ed occupano due vaste aree del paese. Esplorando un lembo della prima necropoli, vennero scavate, negli anni 1978/79, 47 sepolture databili IV-II sec. a. C. tutte con orientamento N-S, ed in una di esse si rinvenne uno strumento musicale a corde, il trigonon, mentre in un’altra, risalente al III sec. a. C., per la prima volta in Sicilia, è stato rinvenuto uno strumento ludico, il kòttabos attualmente custodito nel Museo della Cultura e delle Arti Figurative Bizantine e Normanne.
I MUSEI
Museo Brasiliano: museo etno-antropologico, con la sua collezione di minerali, fossili ed altri reperti provenienti dal Brasile si presenta come l’unico nel suo genere presente nell’Italia meridionale.
Museo Parrocchiale di Arte Sacra: ospita circa 300 pezzi provenienti dalle Chiese Aluntine quali stemmi nobiliari scolpiti sul marmo locale, statue lignee, tele, paramenti sacri, ex voto, reliquiari e gelosie di immenso valore risalenti ai sec. XV – XVI – XVII e XVIII. La sala dedicata ai preziosi ‘Argenti Liturgici Aluntini’, con i numerosi reliquari, i tabernacoli, i calici ed altri oggetti liturgici realizzati dagli abili artigiani siciliani, custodisce il tesoro delle numerose chiese presenti sul territorio aluntino.
Museo Bizantino: Museo della Cultura e delle Arti Figurative Bizantine e Normanne, è ospitato presso l’ex Monastero delle Benedettine, costruito nel XVI secolo su una chiesa di età bizantino-normanna ed abitato dalle suore fino al 1866. Comprende oggi tre grandi saloni, tre sale ed i servizi per oltre 700 mq. di superficie. Unico per tipologia in Sicilia, ha una struttura architettonica di grande interesse, articolandosi in tre Sezioni: Archeologica, Arti figurative bizantino-normanne e Medioevo nei Nebrodi. I visitatori avranno anche la possibilità di visitare virtualmente il Museo Bizantino e Cristiano di Atene, grazie alle due postazioni multimediali realizzate con il progetto comunitario “RAFFAELLO”, in cooperazione transnazionale con il Museo Nazionale Bizantino di Atene e con l’Istituto di studi bizantini e neoellenici dell’Università di Vienna. Nell’area circostante il Museo e la chiesa di S. Teodoro sono state rinvenute alcune cisterne di età ellenistica ed un pavimento a mosaico ellenistico-romano.
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