La grotta si trova su una scarpata modellata su calcare del giurassico che costeggia una grande terrazza tardopleistocnica, il cui bordo interno si estende su un deposito di lacustre caratterizzato da resti di ippopotamo, elefante nano, iena, cervo, cinghiale, orso e asino. Fu abitato tra i 12.000 e gli 8.000 anni a.C. L’unicità e l’importanza della grotta è data dalla scoperta delle prime sepolture paleolitiche siciliane: cinque teschi e due scheletri eccezionalmente completi che per primi hanno permesso una conoscenza approfondita degli antichi abitanti della Sicilia. La testimonianza più importante è data dal ritrovamento dei resti di una donna di circa 30 anni, alta 165 cm a cui è stato dato il nome di Thea. Il sito è accessibile e fruibile dal lunedì al sabato. Per qualsiasi informazione chiamare questo numero: +39-0941-730005
La Grotta di San Teodoro
a 140 metri sul livello del mare sulla parte rocciosa del Pizzo Castellaro, a circa 2 km a sud-est del centro abitato di Acquedolci. La Grotta fu abitata dall’uomo all’incirca, tra i 12.000 e gli 8.000 anni a.C.. La singolarità e l’importanza della grotta è data dal ritrovamento delle prime sepolture paleolitiche siciliane: sono cinque crani e due scheletri eccezionalmente completi che per primi hanno consentito una conoscenza approfondita degli antichi abitanti della Sicilia.
Il rituale delle sepolture consisteva nella deposizione del defunto in una fossa in posizione supina oppure sul fianco sinistro, circondato da ossa animali, ciottoletti ed ornamenti composti da collane fatte con denti di cervo. Tutte le deposizioni furono ricoperte da un leggero strato di terra al di sopra fu sparsa dell’ocra (colorante naturale) che formava un sottile livello. La testimonianza più importante è data dal ritrovamento dei resti fossili di una donna di circa 30 anni, alta 165 cm. alla quale è stato attribuito il nome di Thea (dal latino Theodora) per collegarlo a quello della grotta.
La Grotta deve questo nome ai monaci Basiliani che vi si insediarono intorno all’anno Mille d.C. . I resti fossili ivi rinvenuti sono disseminati in tutto il mondo dall’Australia all’ American Museum of Natural History di New York fino al Museo Gemellaro di Palermo. Le trincee scavate nella roccia mostrano al visitatore alcuni interessantissimi fossili e il sito è praticamente l’unico d’italia in ambito paleontologico ad avere trincee coperte e visitabili.
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