Su un capo della costa tirrenica, sovrastato da una rupe imponente, Cefalù presenta ai suoi visitatori il fascino dell’antico centro storico dalle strette strade su cui si affacciano nobili palazzi eleganti. Potrai visitare la sua bellissima cattedrale fatta costruire da Federico II, il lavatoio medioevale, i resti del tempio di Diana posti sulla rocca che sovrasta il paese o passeggiare per le sue tipiche viuzze, il caratteristico borgo marinaro con le sue vecchie case affacciate sul mare, per poi goderti la lunga spiaggia di sabbia finissima. Si può anche trovare il lavatoio medievale che l’acqua riempie attraverso 22 “cannoli”.
La Cattedrale, capolavoro dell’arte normanna, che domina l’intero paese, voluta da Ruggero II e arricchita al suo interno da splendidi mosaici, è tanto grande da lasciare supporre agli storici che attorno ad essa si volesse costruire un’altra capitale, forse una nuova Palermo.
Colpisce per il suo fascino, dato principalmente dalla sua meravigliosa cattedrale romanica che emerge da un groviglio di stradine e dai vari elementi medievali qui custoditi, a partire da quelli presenti lungo i pendii che vanno dalla Rocca a Corso Ruggero, zona comprendente ad esempio piccole e suggestive strade ed archi.
Il lavatoio Medievale
dal Corso Vittorio Emanuele, scendendo uno scalinata in pietra con andamento a chiocciola, si accede al lavatoio medievale, dove anticamente si usava lavare i loro panni. Le signore sfruttavano il continuo scorrere dell’acqua per garantirsi quell’igiene così rara nel Medioevo.
L’acqua riempie il Lavatoio attraverso 22 “cannoli” confattezze di belva. La struttura, sfrutta il corso di quello che una lapide posta su uno dei pilastri dell’ingresso indica come fiume Cefalino. Nel 1655 furono realizzate le strutture con volta ad arco. L’acqua affluisce da 22 bocche artisticamente lavorate e, dopo aver percorso il lavataio, raggiunge il mare attraverso due aperture ricavate nei brevi tunnel con volta ad arco.
Il duomo
il Monumento più importante della città, il duomo è di origine normanna. Secondo la leggenda, il nobile Ruggero II ne ordinò la costruzione per ringraziare Dio che lo salvò da una tempesta facendolo approdare a Cefalù. Di questa superba costruzione fondata nel 1131 colpisce innanzitutto la sua massiccia figura che domina tutta la zona circostantei.
Dopo la morte del nobile Ruggero II, la chiesa subì una fase di decadimento e la conseguente dimenticanza del volere del suo mecenate di renderla un pantheon normanno, ma fortunatamente essa non ha perso, nel corso dei secoli il suo fascino e bellezza, anche se si evince che la sua struttura originaria non fu mai completata.
La facciata, preceduta da un terrazzo quadrato detto “turniale” ed incastonata tra due forti torri quadrate che le conferiscono una struttura fortificata. Questa similitudine con una fortezza è alimentata anche dalla presenza di una merlatura nella sua parte meridionale ed i frequenti cunicoli e passaggi che collegano le varie parti dell’edificio.
La facciata è poi completata dalla presenza della Panittera, che offre delle finte loggette ed una finestra ogivale centrale, e dal portico realizzato da Ambrogio da Como e che presenta tre archi con volte a costoloni e sorretti da colonne. Tale portale fu realizzato nel XV secolo. Questo unico e superbo portale è arricchito dalla presenza di intagli in marmo bianco ed aveva l’originaria funzione di proteggere le pitture laterali custodite dalla Porta Regnum.
All’interno della chiesa, la forma a croce latina suddivisa in tre navate con colonne e capitelli in stile siculonormanno. Il transetto ha una elevazione maggiore rispetto alle navate, anche se il progetto originario prevedeva una altezza ancora maggiore.
Nel presbiterio gli splendidi mosaici assumono il ruolo più ricordato e rappresentativo della chiesa e dei quali spicca la figura decisamente più imponente, il Cristo Pantocratore presente nel catino absidale e che ha una mano benedicente e l’altra che regge il Vangelo aperto in una pagina specifica contenente la frase rinomata che individua il Cristo come la luce di riferimento per i suoi seguaci.
La sua rappresentazione è simile a quella di altre chiese isolane, come ad esempio quella di Monreale. Tra gli altri mosaici incastonati nel presbiterio della chiesa ricordiamo la Vergine orante al centro di quattro arcangeli, ed ancora figure di Apostoli, Evangelisti, Profeti e Santi. Infine, nella crociera sono presenti le raffigurazioni di quattro Cherubini e quattro Serafini. I vari mosaici, con datazione riferibile al 1148 – com’è attestato da una epigrafe qui presente -, furono egregiamente eseguiti da artisti bizantini che seppero unire questa antica tradizione decorativa orientale con un riferimento logistico differente e di chiaro richiamo nordico.
Splendido è l’affresco del XV secolo dedicato alla “Madonna col Bambino”, e rilevanti sono i monumenti funerari, degno di nota è la “Madonna col Bambino” realizzata da Antonello Gagini nel 1533.
Museo Comunale Mandralisca
è una lungimirante creazione del mecenate ottocentesco Enrico Pirajno di Mandralisca (1809-1864), barone dalla cultura eclettica e dai molti interessi, studioso di malacologia, ornitologia, paleobotanica e botanica, archeologia e numismatica.
Quando non impegnato politicamente al Parlamento siciliano prima e nazionale. Non mancò di acquistare, anche dei reperti provenienti dagli scavi di Tindari (Me). Il risultato di questa sua raccolta è un museo storico, naturalistico, archeologico, supportato da una biblioteca di circa settemila volumi, che ancora oggi porta il suo nome.
E’ suddiviso in varie sezioni:
Le sezione Archeologia
Essa presenta dei reperti ritrovati dagli scavi effettuati in gran parte nel territorio che circonda la città di Cefalù e nelle isole Eolie.
Bellissimo è un Krater, vaso a campana, alto 28 centimetri, intatto, con figure gialle su fondo verniciato nero. Nella parte principale rappresenta un uomo con il torso nudo coperto alla cintola solo con un panno. L’uomo è calvo con pochi capelli e rada barba ridipinti in bianco: è in atto di tagliare un Tonno su di un Ceppo a tre piedi, con un grande coltello ad un taglio (makaira). A terra, sta un’altro Tonno intero, accanto all’uomo vi è un’altra figura senile con barba e cappellatura folta, nera, avvolta solo di un Sajo che lo copre dalle spalle alle cosce tiene, un fetta di Tonno ed un bastone tortuoso, nodoso, mentre offre una moneta che si vede nella palma della mano per l’acquisto del piombo. Dall’altra parte del vaso sono due figure ammantate, una delle quali con bastone.
Vaso a forma di animale fantastico, il corpo interamente configurato a forma di maialetto con becco di gallo ed occhi umani. Sul dorso un foro a svasare; Interamente ricoperto di vernice nera, con il becco, gli occhi e le ali sovradipinti in rosso e bianco. Riconducibile, per la tecnica, alla caratteristica produzione di ceramica sovradipinta è probabilmente uno dei più antichi “Magenta ware”.
La sezione Numismatica
Qui vi si possono ammirare una serie quasi completa di monete liparote. Grazie a questa sua opera di raccolta, catalogazione e conservazione, il patrimonio archeologico mondiale, italiano, siciliano e liparese è stato mantenuto e protetto fino ad oggi.
La Malacologia
La Biblioteca dove troviamo una numerosa presenza di oltre 7000 libri che hanno un notevole interesse non solo culturale ma anche storico visto che è possibile contemplare anche delle cinquecentine ed due incunaboli.
La Pinacoteca raccoglie importanti opere d’arte ed è molto ricca. Le opere in essa preservate abbracciano un periodo storico che va dal XV secolo al XIX. L’opera più famosa è un dipinto realizzato da Antonello da Messina e denimonato “Ritratto di Ignoto”.
Un piccolo Olio su tavola – Il dipinto fu acquistato dal barone Mandralisca a Lipari, dove si racconta che fosse montato come sportello in un mobile da farmacia. Forse a Lipari, non vi erano baroni e neanche tanti facoltosi proprietari; il mare è sempre stato civiltà e risorsa economica, e l’ignoto potrebbe essere stato davvero un marinaio. Negli anni sessanta del Quattrocento Antonello da Messina maturava definitivamente acquisizioni ed esperienze di cultura figurativa fiamminga, da Van Eyck a Petrus Christus, esperienze che determinarono opere come il ritratto del Museo Mandralisca.
Le chiese minori
altri monumenti sacri forse meno conosciuti rispetto alla Cattedrale Normanna risplendono a a Cefalù. La Chiesa di S. Biagio, ha una struttura nata dalla fusione di un’omonima Chiesa con quella dedicata ai Ss. Crispino e Crispiniano. La Chiesa si trova a poca distanza dal famoso Lavatoio e presenta una cappella con tetto a capanna. Al suo interno sono visibili un altare conservato in un piccolo ambiente ed un affresco raffigurante la Vergine.
La Chiesa dedicata a S. Sebastiano accanto alla chiesa si trova il Convento di S. Maria del Monte Carmelo. La chiesa si ricorda soprattutto per la sua semplicità. La sua caratteristica principale è la presenza, al suo interno, di quattro nicchie contenenti delle immagini sacre dedicate a San Sebastiano, S. Teresa, S. Giuseppe ed un Crocifisso ligneo ed una tela raffigurante La Madonna del Carmelo circondata dal profeta Elia e S. Alberto.
Altra Chiesa cittadina è quella dedicata a S. Oliva edificata nel 1787 vicino all’omonimo torrente. La Chiesa è molto semplice e presenta un prospetto molto umile contenente un portale con arco a tutto sesto. All’interno si trovano due affreschi, il primo dedicato a S. Oliva Vergine e martire e l’altro dedicato alla Vergine Addolorata.
Chiesa a Maria SS. della Catena o dell’Addoloratela la cui edificazione fu ultimata nel 1780. Circa dieci anni dopo fu edificato il Collegio dell’Addolorata che doveva ospitare delle donne in stato di bisogno. La Chiesa presenta un prospetto settecentesco noto per la loggia sorretta da dei pilastri ed affiancata da due nicchie contenenti due statue litiche. Una terza nicchia ospita la statua dedicata alla Madonna. Il quadro esterno della struttura è completato dalla torre campanaria che prevede la presenza di due orologi installati alla fine del 1800. Il suo interno presenta un impianto molto semplice con una sola navata e senza abside e transetto e ricordato soprattutto per la presenza di una statua dedicata a S. Espedito ed una edicola dedicata a San Rocco, il Santo tutelare della città.
L’attuale Chiesa del Purgatorio è uno dei pochi esempi del barocco cittadino e presenta un prospetto arricchito dalla presenza di figure di anime purganti, cornici e maschere. All’interno di questa struttura sacra sono preservati la Cappella del Crocifisso e di S. Pietro Apostolo che ospita a sua volta la statua dedicata alla Madonna Addolorata.
Chiesa dedicata a S. Giorgio dell’originaria Chiesa ruggeriana resta solo un portale principale occluso che colpisce per la sua struttura architettonica e figurativa che prevede la presenza di un arco a sesto acuto incluso in una raggiera di conci a ghiera.
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